
Cioè no, il titolo è sbagliato, riduttivo.
A prescindere che la Berta (la mia prof di lettere alle superiori, aveva un rapporto difficile con gli studenti ma non per colpa sua; mai abbastanza rivalutata) se iniziavi con “cioè” o “dunque” ti bloccava subito e ti rifaceva una lezione personale che durava il resto del tempo disponibile, era un modo che poteva essere usato quando ti beccava impreparato ma poi la lezione successiva eri di nuovo protagonista.
OK, riparto (OK, allora ancora non si usava). Non voglio parlare dei social-cosi, dove va benissimo il telefono, anche se mi da fastidio chi non lo spegne mai e considera prioritaria l’interazione real-time e lo usa come salva-idle. Mi riferisco al computer vero, portatile o (come me) desktop. Quello con la tastiera, lo schermo, il mouse e quasi sicuramente il collegamento a internet.
Si possono fare –secondo me– tante cose, altre nuove puoi scoprirle in mille modi diversi. Ma non tutti sono d’accordo. Anche dei grandi, anche dei prof. A me è capitato recentemente di dire “sì, si può fare con Excel, ma c’è un modo più semplice” e “va bene PowerPoint ma se fai la tesina (ai miei tempi si chiamava “ricerca”) testuale viene più chiaro, anche per te; poi puoi riassumerla con PP, per la presentazione (eventuale)“. Di solito non trovo approvazione, anzi non mi lasciano parlare o mi guardano in quel modo lì. Non tutti, ci sono le eccezioni, adesso vi conto.
Un tweet un po’ vecchio ma salvato, devo parlarne mi dicevo, questo.
A me piacerebbe poter tornare ragazzino, diciamo di 7-10 anni, scolaretto della primaria (allora si diceva le elementari) e scoprire il mondo (è la Terra che gira attorno al Sole, è una palla nel senso di sfera, come le arance, anche se non sembra, a volte con la divisione ti viene un numero più grande di quello da cui sei partito, gli avverbi (come cioè e dunque), non tutti parlano italiano, per esempio ecco Françoise Hardy).
Se io avessi quell’età arriverei a fare i capricci (si usa ancora quest’espressione?, sono sempre di moda?) per partecipare al Coderdojo, qui, qui e qui.
I tweets riguardano uno dei tanti, rilanciati dall’amico Dario, di sicuro ce ne sono anche vicino a dove abiti. “[U]na cassetta degli atrezzi per affrontare il futuro“: pheego 😋 assay 💥 E non trascura il grosso problema della parità di genere.
Ci sono anche altre risorse, per esempio questo dove si usa un linguaggio da grandi, uno di quelli principali. C’è il problema della lingua (ma è cosa da sempre, ai miei tempi per via di Françoise –oops, gia detto).
E, davvero i tempi sono cambiati, guarda qui. Quando ero piccolo io le bambine mica avevano la Barbie e alla bambola si dava un nome, diverso da Barbie.
Intanto in una galassia lontana lontana qui vicino i ninja. Anche dei ninja io ignoravo che c’erano; forse si nascondevano troppo bene.
Anche qui, una futura ninja.
OK, non so se convincerò qualcuno, di sicuro quando lo farò leggere a *segreto* *segretissimo* non prevedo approvazione, piuttosto un meh!
Intanto torno a cercare tutorial Haskell, mica so già tutto, devo studiare, imparare cose nuove 😐
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